I DATI SUGLI INFORTUNI IN EMILIA ROMAGNA E IN ITALIA: QUALITA'. PERTINENZA E UTILIZZABILITA'

L'obiettivo che si prefigge il dlgs 626.94 é la costruzione di un nuovo sistema di gestione della sicurezza in forma partecipata.

In questo contesto occorre che vi sia un cambiamento anche nella produzione, elaborazione e diffusione dei dati inerenti gli infortuni e le malattie professionali.

Le modalità attuali con le quali gli Istituti raccolgono, elaborano e diffondono i dati é insoddisfacente e inadeguto alle esigenze dei partners sociali, a cominciare dai soggetti che avranno responsabilità nel governo e nella gestione del sistema di prevenzione partecipata a livello territoriale e regionale.

Infatti l'INAIL fornisce dati elaborati secondo una logica finalizzata alla propria gestione interna che sono di scarsa utilità per sviluppare da essi indirizzi di programmazione e di intervento ai fini della prevenzione.

I dati forniti da INAIL non sono elaborabili, ad esempio, per trarre da essi tendenze dei fenomeni e indici di frequenza e di gravità per settori e comparti produttivi. Per fare cio' occorre che sia disponibile il denominatore del monte ore lavorate per ciascun settore, ma questo dato é allocato altrove, in altro Istituto e non disaggregato.

Innanzitutto occorre che vi sia una rivisitazione delle classificazioni dei settori e comparti produttivi, in modo da potere disporre di un monitoraggio assai piu' mirato dei trends e al tempo stesso occorre che vi sia un orientamento teso a produrre dati che diano ai soggetti sociali responsabili quadri di riferimento regionali e territoriali.

Riteniamo che occorra aprire un confronto sia a livello regionale sia nazionale perche' vi sia un cambiamento delle modalità con le quali gli Istituti raccolgono, elaborano e rendono disponibili i dati, affinche' si possa pervenire ad un sistema informativo piu' efficace ed utile per i soggetti sociali che hanno responsabilità e compiti nel governo e nella gestione del nuovo sistema di prevenzione partecipata: il decentramento regionale della elaborazione e diffusione di questi é il primo obiettivo da perseguire.

L'esame dei dati disponibili

I cambiamenti rapidi che sono avvenuti negli ultimi 5 anni nella struttura produttiva nazionale e regionale rendono assai difficile la elaborazione di giudizi pertinenti e affidabili sui trends del fenomeno infortunistico.

Vi sono interi comparti, ad esempio, come quello siderurgico, a livello nazionale, e quello delle fonderie di seconda fusione a livello regionale che hanno subito pesanti ridimensionamenti.

L'intero comparto delle costruzioni ha subito una drastica flessione delle attività negli anni 93, 94 e 1995 per quanto riguarda gli appalti pubblici.

Per questo motivo non condividiamo l'ottimismo dell'Inail, espresso nelle sue pubblicazioni, rispetto al calo degli infortuni come fenomeno strutturale e definitivo che dovrebbe essere attribuito ad una maggiore qualità della gestione della sicurezza nelle imprese.(vedi Dati Inail febbraio 1995)

Tavola infortuni mortali nel settore delle costruzioni in Italia
19911992199319941995 totale
5055204033682592055

Il caso del settore delle costruzioni é emblematico: é vero che gli infortuni mortali si sono dimezzati, ma non siamo in grado di dire se in rapporto alle ore lavorate questo dato assoluto di calo rappresenti effettivamente un ridimensionamento strutturale del fenomeno degli infortuni mortali in questo settore.

Saremmo lieti se cio' fosse vero, ma non possiamo certo affidarci ai dati dell'Istituto privi del denominatore degli addetti e sovrattutto delle ore lavorate.

Anche l'indicatore del numero di infortuni mortali per 1000 infortuni sarebbe rassicurante come tendenza se non fosse possibile metterlo in discussione in ragione del diminuito apporto del settore costruzioni che negli anni '93 '94 e1995 ha lavorato pochissimo e molte aziende del settore sono state liquidate.

Tavola numero infortuni mortali x 1000 infortuni (Italia)
19901991199219931994 1995
1,91,51,51,41,31,4

Anche per questo dato di nostra elaborazione é verosimile pensare che la positiva riduzione del x mille sia dovuta ad una diminuita attività del settore costruzione e dalla deindustrializzazione dei settori duri della siderurgia.

Ma l'indicatore nazionale che piu' preoccupa e il numero x 1000 di infortuni che comportano invalidità e/o postumi permanenti.

Nonostante il diminuito peso dei settori "duri", si registra una stabilità se non un incremento del numero di infortuni gravi che lasciano invalidità o postumi permanenti. Numero infortuni x 1000 con inabilità e postumi permanenti (Italia)
19901991199219931994
27,431,232,233,331,1

Non esiste per la Emilia Romagna un discostamento significativo da questi valori e trends. La Regione partecipa in modo stabile all'universo del fenomeno infortunistico con una quota del 12,6 per cento circa.

A livello nazionale

In ogni caso a livello nazionale nel 1994 sono morti per infortuni sul lavoro 1187 lavoratori e ben 34.505 lavoratori dell'industria hanno riportato inabilità permanenti e 14.118 nell'agricoltura.

Secondo una elaborazione dei Patronati 4 persone muoiono e 2740 subiscono ferite: di queste 140 persone al giorno subiscono gravi invalidità permanenti.

Per molte di esse si prospetta un futuro a rischio di disoccupazione, di perdita dell'autonomia e di emarginazione.

Tra i giovani il fenomeno non é meno preoccupante: sempre facendo riferimento al 1994 si sono registrati ben 1400 infortuni al di sotto dei 14 anni e circa 60.000 tra i 15 e i 19 anni. Circa un centinaio di giovani tra i 14 e i 19 anni muoiono ogni anno per infortuni su lavoro

A livello regionale

I dati piu' recenti, quelli del 1995, per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, sono stati denunciati 85 infortuni mortali e 3194 infortuni in cui i lavoratori hanno riportato lesioni permanenti, 80009 hanno avuto invalidità temporanee.

Gli infortuni denunciati sono stati ben 122.208 .

Se é pur vero che per il 1995 il dato pare ridimensionato rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda il dato degli infortuni mortali e gravi, ripetiamo che non bisogna abbassare la guardia: con le grandi opere anche in Emilia Romagna vi é il rischio di una ripresa del fenomeno.

Già nei soli lavori di manutenzione delle Ferrovie si sono registrati 4 morti in pochi mesi...

Tavola distribuzione infortuni mortali indennizzati (+malattie prof.nali e silicosi) 1995 x capoluogo di Provincia
bofeformmopr pcraretotale
13796149610882

Questi dati assoluti, per le ragioni sopracitate,sono difficilmente comparabili e trasformabili in valutazioni di trends da cui trarre poi decisioni operative ai fini di strategie preventive.

E' un dato tutt'ora molto pesante, inaccettabile e verosimilmente a rischio di consistenti incrementi nei prossimi anni, in ragione del fatto che la Regione sara' attraversata da grandi interventi infrastrutturali (quadruplicamento ferroviario veloce, variante di valico, ripresa degli appalti pubblici in genere, ecc.).

Non intendiamo adattarci a certe previsioni, che sono state anche fatte, di un certo numero di infortuni "da mettere nel conto" per la costruzione delle grandi opere: siamo consapevoli che il dato del 1995, pure tragico, é il risultato di una congiuntura particolare dovuta al fatto che il settore delle costruzioni non ha nei fatti lavorato.

La ristrutturazione del sistema organizzativo delle imprese, peraltro, ha introdotto una serie di variabili che dovranno essere studiate con attenzione: una accresciuta mobilità di persone e merci (semilavorati che possono anche essere oggetto di diversi passaggi da una azienda all'altra per le specifiche lavorazioni) ha comportato una intensificazione dei trasporti su strada "cottimizzati" che possono essere alla base del crescente numero di infortuni stradali che in molti casi,nei fatti, sono da ascrivere all'universo degli infortuni sul lavoro...

I costi

Se nel 1995 in Italia si sono perse 15,5 milioni di giornate di lavoro a causa degli infortuni sul lavoro verosimilmente si puo' stimare che in Emilia Romagna si siano perse 1.700.000 di giornate di lavoro.

Il complesso dei costi del fenomeno é stato stimato per il 1994 in 42.000 miliardi: cio' sta a significare, in scala che in Emilia Romagna, a stima si spende piu' di 4000 miliardi, basando questa stima sul fatto che l'Emilia Romagna concorre con il 12,6% all'universo del fenomeno infortunistico italiano.

Questa prima riflessione sulla qualità, usabilità, pertinenza dei dati in materia di malattie professionali e infortuni sul lavoro sarà seguita da un lavoro di raccoltà, risistemazione ed elaborazione dei dati del 1996 per quanto attiene il livello regionale e nazionale: questo é uno degli impegni assunti unitariamente dalle Confederazioni Cgil Cisl Uil regionali nel Convegni del 19 novembre a Modena.

Bologna 25.11.96

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