CARTA DI
IMPEGNI
per promuovere i diritti
dellinfanzia e
delladolescenza ed eliminare lo sfruttamento
del lavoro minorile
PREMESSA
· Questa "Carta di impegni per
promuovere i diritti dellinfanzia e delladolescenza ed eliminare lo
sfruttamento del lavoro minorile" costituisce un programma di azioni concrete che il
Governo e le parti sociali sottoscrivono e simpegnano a realizzare nei prossimi
mesi.
· La Carta costituisce la traduzione per il
nostro Paese del Programma sottoscritto dal Governo Italiano nella recente Conferenza
Internazionale svoltasi ad Oslo (27-30 novembre 1997).
· Il Tavolo di Concertazione tra il
Governo e le parti sociali, il Tavolo Tripartito OIL che ha fin qui svolto un
importante e qualificato lavoro sono gli strumenti del dialogo e della
concertazione con cui attuare le azioni per contrastare il lavoro minorile.
· Il tavolo di Concertazione tra il Governo
e le parti sociali, per laffermazione e la tutela dei diritti umani e del lavoro, fa
riferimento rispettivamente allONU e allOIL mentre, sul diverso piano del
commercio internazionale, il riferimento è costituito dallOrganizzazione
Mondiale del Commercio.
· Concertazione, dialogo sociale,
assunzione di responsabilità da parte di ciascun soggetto sono le modalità più
efficaci per ottenere risultati concreti.
· Il Tavolo intende coinvolgere gli Enti
Locali, le ONG interessate, perché ritiene importante che si attivino a livello locale
iniziative concertate per realizzare veri e propri Accordi di Programma tra Enti
Locali, forze economiche e sociali, amministrazioni dello Stato, per promuovere i diritti
dellinfanzia e delladolescenza.
· Il lavoro minorile costituisce una grave
lesione dei valori essenziali della nostra convivenza sociale e dei diritti umani
fondamentali riconosciuti e sanciti in molte Convenzioni e Trattati Internazionali
la Convenzione sui diritti delluomo, la Convenzione sui diritti dellinfanzia,
la Piattaforma ONU sui diritti delle donne, la Convenzione OIL sulletà minima di
ammissione al lavoro n. 138.
Il coinvolgimento delle bambine e dei bambini nellesperienza
lavorativa precoce ed in condizioni lavorative pesanti arreca un grave danno alla loro
crescita perché li priva di risorse come il gioco, la socialità,
leducazione, il rispetto della loro salute e dei loro tempi di crescita che
sono essenziali per il loro sviluppo psicofisico e costituisce motivo di futura
emarginazione dalle dinamiche sociali.
Questo è un dato che vale per tutti i bambini e le bambine, di
ogni etnia, colore e di ogni popolo e paese, ovunque siano collocati geograficamente.
I diritti dei bambini e delle bambine sono universali.
· Le cause dello sfruttamento del lavoro
minorile sono molte e complesse.
La povertà, lo squilibrio tra il Nord e il Sud del Mondo, la
globalizzazione dei mercati che modifica la divisione internazionale del lavoro.
Ma anche fenomeni di povertà culturale che fanno smarrire il
senso profondo di alcuni aspetti importanti della vita umana come il diritto dei
bambini e dei ragazzi a vivere pienamente la loro infanzia e la loro adolescenza.
Troppe volte, per ladulto, il minore non ha valore in sé come
persona dotata di propri diritti.
Diventa oggetto perché non possiede la forza fisica o giuridica né la
consapevolezza per opporsi alle pretese degli adulti.
· Lo sfruttamento del lavoro minorile è
conseguenza e causa della povertà "perché lutilizzo dei fanciulli rallenta
la crescita economica e lo sviluppo sociale e costituisce una violazione grave dei diritti
elementari delle persone umane". (*)
· Nel contesto attuale il lavoro minorile
assume una pluralità di forme e di tipologie nuove rispetto al passato.
E infatti più corretto parlare di lavori minorili che di lavoro
minorile sia per quanto riguarda i paesi del Nord del mondo sia del Sud, che vanno dal
Child Labour (lavori pesanti, nocivi, legati allo sfruttamento fino a forme di schiavitù)
al Child Work (lavori leggeri, collaborazioni domestiche) presentando però non di rado
forme di sfruttamento, molestie sessuali.
· Lo sfruttamento del lavoro minorile
nel mondo coinvolge bambini e bambine.
Molte bambine durante le giornate svolgono lavoro domestico,
considerato non produttivo e dunque non lavoro.
Si tratta invece di lavoro, e di lavoro pesante, spesso accompagnato a
forme di maltrattamento sessuale.
Le bambine e le ragazze sono vittime, altresì, in molte situazioni di
forme di sfruttamento sessuale a scopo commerciale, fenomeno in espansione e che lascia
ferite tante volte non rimarginabili.
La Piattaforma della IV Conferenza Mondiale dellONU sulle donne
dice "le bambine sono spesso trattate come esseri inferiori, ed esse socializzano
ponendo se stesse per ultime, in tal modo indebolendo la propria autostima".
La Piattaforma dellONU, impegna i Governi nazionali a mettere
in atto politiche mirate che superino ogni forma di discriminazione e valorizzino al
contempo la differenza di genere. In particolare indica la necessità di "eliminare
lo sfruttamento del lavoro minorile" delle bambine e dei bambini.
(*) Conferenza OSLO 97
I
GLI IMPEGNI
Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile sono necessarie
azioni integrate che puntino sulla prevenzione, investano sulla educazione e formazione,
attivino sostegni economici e culturali alle famiglie, promuovano i diritti delle donne.
Tali azioni devono essere parte di un programma concertato tra
amministrazioni dello Stato, parti sociali, ONG; devono saper mettere in rete le
opportunità e le risorse; devono localizzarsi nei contesti comunitari.
Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile è importante
PROIBIRE E PUNIRE ma al contempo dare SOLUZIONI POSITIVE E CONCRETE AI CASI CONCRETI.
Promuovere dei sistemi di controllo particolari ed elaborare meccanismi intersettoriali di
ispezione del lavoro, agendo in linea con i principi contenuti nel Piano di azione
adottato ad Oslo nellottobre 1997.
Scuola, famiglia, lavoro, impresa sono i cardini della strategia per
il superamento del lavoro minorile.
I.1 In sede internazionale e nel rapporto con i paesi del mondo
Il Governo e le parti sociali si impegnano a:
· Promuovere e sostenere ogni iniziativa
volta allapprovazione da parte dellOIL di una nuova convenzione sulle forme
più intollerabili di sfruttamento.
A tal fine si proseguirà nellattività, anche bilaterale,
con altri paesi in vista del raggiungimento di tale obiettivo, dando continuità ai
rapporti già intrapresi con i Paesi del Mediterraneo.
· Sostenere la Dichiarazione solenne in
materia di diritti fondamentali dei lavoratori, allesame della prossima Conferenza
del Lavoro, che dovrebbe anche sancire limpegno alleliminazione effettiva del
lavoro minorile rafforzando procedure e meccanismi di controllo e
allelevazione progressiva delletà minima per laccesso al lavoro.
· Mettere in atto azioni
politico-diplomatiche per convincere i Pesi inadempienti a ratificare le esistenti
Convenzioni fondamentali, più segnatamente, a ratificare la Convenzione 138 sul lavoro
minorile.
· Rilanciare il ruolo delle ONG unitamente
alle parti sociali e della cooperazione decentrata nelle attività di prevenzione ed
eliminazione del fenomeno del lavoro minorile.
· Attuare e sostenere il Progetto Lavoro,
già promosso dal Ministero Lavoro, OIL, UNICEF e parti sociali, che prevede la
realizzazione di tre progetti di cooperazione allo sviluppo in Pakistan, Nepal e
Bangladesh attraverso una gestione tripartita e la cooperazione dellOIL e
dellUNICEF.
· Sostenere in sede di Unione Europea una
efficace regolazione e attuazione del sistema di preferenze generalizzate.
· Aumentare il contributo di risorse al
programma IPEC contribuendo attivamente alla sua realizzazione.
· Contrastare lo sfruttamento sessuale di
minori originato da viaggi e turismo, legiferando rapidamente in materia; sostenendo la
campagna di sensibilizzazione delle agenzie di viaggio condotta dalle associazioni e dalle
categorie; istituendo un ALBO DORO della responsabilità che comprenda quelle
agenzie che, su segnalazione del pubblico, aderiscono alla campagna di sensibilizzazione.
Il Governo si impegna a:
- avvalersi di forme di incentivi/disincentivi affinchè gli
investimenti industriali allestero comportino lassunzione, da parte delle
imprese, dellimpegno a non ricorrere allo sfruttamento del lavoro minorile;
- incoraggiare ladozione, nellambito della Banca Mondiale e
del Fondo Monetario Internazionale, di programmi coerenti con gli obiettivi delle
convenzioni fondamentali dellOIL.
Le parti sociali si impegnano a:
- definire codici di condotta negoziati per i settori e/o le
imprese che internazionalizzano in vario modo le proprie attività prevedendo in essi il
rispetto dei diritti umani fondamentali e leliminazione dello sfruttamento del
lavoro minorile.
Lazione italiana sul piano internazionale, avvalendosi del
contributo della nostra Cooperazione, si impegna a:
- destinare significative risorse della Cooperazione alla
promozione dei diritti dellinfanzia e delladolescenza adottando linee guida
che meglio recepiscano gli obiettivi fissati nelle recenti conferenze internazionali;
- assistere i Paesi attivamente coinvolti nelleliminazione del
fenomeno con ricorso ad un approccio integrato per arginare la povertà, insistendo
sulle attività di formazione ed educazione di base in particolare per le donne, bambine e
bambini in circostanze difficili:
- "adottare" un Paese seriamente impegnato nello
sconfiggere la piaga del lavoro minorile attraverso accordi bilaterali. Tale progetto
dovrà consistere nella creazione di iniziative concrete per allontanare i minori dal
lavoro, attraverso alternative di formazione professionale e studio. Sarà una
"micro-iniziativa", ma potrà avere valore esemplare e perciò significativo.
- I.2 - In Italia
Contrastare lo sfruttamento del lavoro minorile rientra nel Piano
dAzione per la promozione di diritti ed opportunità per linfanzia e
ladolescenza.
· A tal fine si assume come criterio per
lazione, la visione integrata delle politiche, della legislazione, delle risorse. La
legge n.59/97 che conferisce autonomia, funzioni e compiti alle regioni e agli enti
locali, la legge 309/90 e la Direttiva n.600/96 che prevedono lattuazione da parte
delle scuole di attività educative e didattiche finalizzate alla educazione, alla salute
e alla prevenzione delle tossicodipendenze, la Legge 216/91 che prevede interventi in
favore dei minori a rischio di coinvolgimento in attività criminose, la Legge 285/97 per
la promozione di diritti e opportunità per linfanzia e ladolescenza e il
Piano dazione per linfanzia e ladolescenza, la legge 40/98 sulla
disciplina dellimmigrazione (art.36), la Direttiva del Ministero della Pubblica
Istruzione n. 133/96. In tal modo si potranno affrontare contestualmente i problemi della
dispersione scolastica, delleducazione alla salute per la prevenzione della
tossicodipendenza, dellimmigrazione, dello sfruttamento minorile, degli abusi dei
minori, della microcriminalità. Questi interventi convergono nel rilancio della scuola
come centro di promozione culturale e sociale nel territorio, determinante per
assicurare la convivenza civile e il tessuto democratico.
· Si individua nel tavolo di concertazione
nazionale e nei tavoli di concertazione territoriali, secondo il sistema di rete, la sede
per lindividuazione delle cause del disagio sociale e del lavoro minorile e per lo
sviluppo delle azioni che vedono innanzitutto protagonista l a scuola.
· E altresì fondamentale conoscere
il fenomeno. Infatti, non è sufficiente una conoscenza in termini quantitativi; per
intervenire sulle cause vi è la necessità di acquisire elementi che descrivano il
fenomeno anche qualitativamente.
Per raggiungere lobiettivo di una maggiore conoscenza del
fenomeno del lavoro minorile in Italia, lISTAT, lorganizzazione Internazionale
del Lavoro (IOL) e il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale su incarico di
questultimo- con il contributo delle parti sociali, avvieranno uno studio
approfondito sul rapporto tra bambini, adolescenti e attività lavorative, con
lobiettivo di cogliere gli aspetti sia patologici di tale rapporto (lavoro minorile
allinterno e allesterno della famiglia), sia fisiologici (aiuto in casa,
trasmissione di cultura artigiana agricola, entrata precoce nel mondo del lavoro, ecc.).
Liniziativa conoscitiva sarà condotta in correlazione con il Ministero della
Pubblica Istruzione relativamente al monitoraggio della frequenza scolastica nella scuola
dellobbligo e allindagine condotta presso gli insegnanti. Specifica attenzione
in questo contesto verrà rivolta al fenomeno del lavoro dei bambini extra-comunitari che
vivono in Italia.
· Il lavoro minorile è anche laltra
faccia dellabbandono scolastico.
Lobiettivo cui vogliamo tendere è che nessun ragazzo si perda,
che si investa sulle potenzialità di ciascuno, che cresca la stima nei confronti della
scuola e se ne percepisca il valore sociale e civile.
· Il Governo, su iniziativa del
Ministero della Pubblica istruzione, ha avviato un processo di riforma della scuola che,
anche grazie alla legge sullautonomia, modifica profondamente il sistema scolastico.
Di tale riforma, che vede la scuola aprirsi al mondo
delleconomia, del lavoro, delle problematiche sociali che investono linfanzia
e ladolescenza, obiettivo fondamentale è il prolungamento dellobbligo
scolastico.
E importante utilizzare le strategie e le risorse europee. La
scuola sviluppa già programmi europei, e in particolare il progetto denominato S.O.S.
rivolto alle scuole nelle aree di particolare degrado, e il progetto URBAN per la
riqualificazione delle aree urbane. Il Ministero si impegna ad estendere questi interventi
in dieci nuove situazioni.
Sul territorio si individuano nelle Conferenze e negli Osservatori di
area e negli Accordi di Programma, gli strumenti per sviluppare le azioni volte a
contrastare il lavoro minorile nella più ampia strategia del recupero del ruolo
promozionale della scuola e del sostegno allinfanzia e alladolescenza. La
casa, la scuola, il quartiere: lì si decide il diritto a crescere e lo si decide
insieme.
Il Ministero della Pubblica istruzione assume limpegno delle
seguenti specifiche azioni, nellimmediato e a partire dallanno scolastico
1998/99:
- promuovere per insegnanti e dirigenti iniziative di formazione
sulle problematiche del disagio e dellabbandono scolastico che aiutino a
ripensare i contenuti, i metodi, lorganizzazione della didattica, in relazione ai
bisogni profondi dellinfanzia e delladolescenza;
- introdurre attività aggiuntive in grado di interessare gli
alunni, aiutando quelli maggiormente in difficoltà a superare il senso di estraneità e
di dolore che spesso caratterizza la loro esperienza scolastica, predisponendoli
allinsuccesso, alla svalutazione di sé, allabbandono definitivo;
- prevedere forme flessibili di rientro a scuola nei casi di
lavoro minorile;
- gestire lanagrafe scolastica e il monitoraggio delle
frequenze in modo che vengano segnalati con tempestività non solo gli abbandoni, ma
le situazioni a rischio, così da consentire, in accordo con altri soggetti istituzionali
e del privato sociale, opportuni interventi anche preventivi;
- Aprire la scuola alla cultura del lavoro, rendendo il lavoro
una componente dellesperienza formativa, offrendo ai giovani informazioni sulle
opportunità professionali che si potranno presentare loro. Le imprese possono essere
chiamate a partecipare a questo processo di indirizzo mediante esperienze lavorative
infra-scolastiche e stage formativi, strumenti utili a mettere in contatto il giovane con
il mondo del lavoro. La scuola e le organizzazioni datoriali potranno identificare
"percorsi di conoscenza" da proporre alle imprese che aderiranno a questo
programma.
- Coinvolgere le famiglie, anche attraverso la formazione dei
genitori, favorendo la crescita di consapevolezza dei problemi, la partecipazione alla
vita della scuola, lassunzione di responsabilità anche nella vigilanza.
- Prevedere "contratti" con le famiglie degli alunni
in situazione di abbandono scolastico, con forme di incentivi/sanzioni volte a favorire il
rientro a scuola degli alunni non più frequentanti.
· Aiutare e sostenere le famiglie.
Ci rivolgiamo agli Enti locali perché applichino la legge n. 285/97
"Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per linfanzia e
ladolescenza", dotando il proprio territorio di un programma concreto a favore
dellinfanzia e delladolescenza.
Il Governo con gli Enti locali, si impegna a promuovere programmi
contro la povertà e lesclusione sociale utilizzando la legge 285 del 28 agosto 1997
e lo strumento del reddito minimo di inserimento.
Sollecitiamo gli Enti locali ad utilizzare le opportunità offerte
dalla legislazione vigente perché si promuovano occasioni di svago; formazione,
socializzazione per il tempo libero delle ragazze e dei ragazzi, coinvolgendo
lassociazionismo, il volontariato ed il no profit.
Il Governo simpegna a:
- sostenere le famiglie bisognose nel far studiare i propri figli
attraverso le politiche di diritto allo studio, prevedendo anche detrazioni fiscali per le
spese scolastiche;
- costruire con lapporto degli enti locali, una rete di servizi
anche rilanciando lazione dei consultori attraverso la loro riqualificazione
che sostenga la funzione educativa della famiglia favorendo il dialogo ed il
reciproco aiuto tra le famiglie stesse.
· Applicare le leggi in materia di lavoro
minorile e rafforzare nonché coordinare gli interventi ispettivi e repressivi. In questo
senso è necessaria una iniziativa mirata, straordinaria, concordata tra tutte le
istituzioni a ciò deputate.
· Recepire, nellordinamento interno,
la direttiva dellU.E. 33/94 sulla protezione dei giovani operando, in particolare,
per prevedere misure adeguate per la valutazione dei rischi, per rafforzare la protezione
in materia digiene e sicurezza sul lavoro e modificare lart. 7 della Legge 977
del 1967 al fine di ridurre drasticamente le deroghe allattività dei minori tra i
14 e 15 anni, in attuazione della legge comunitaria.
· Rafforzare lattività
dellIspettorato del Lavoro, sia aumentando gli organici, sia con azioni mirate
allindividuazione di aree geografiche e merceologiche a rischio, valutandone i
relativi costi, in linea con gli accordi assunti con lintesa del 22 luglio 1997.
· Contrastare lo sfruttamento del lavoro
minorile debellando la piaga del lavoro nero e sommerso. In particolare, riteniamo
indispensabile il rispetto degli impegni assunti nel Protocollo sulla Politica dei redditi
del luglio 1993 e, in questo contesto, lintroduzione di norme che garantiscano
lefficacia generale dei contratti per innalzare il livello medio di tutela e per
combattere i fenomeni distorsivi della concorrenza.
· Creare specifici Centri di Servizio che,
unitamente alle istituzioni locali, le organizzazioni economiche e sociali, nonché le
autorità scolastiche, individuino le dimensioni e le caratteristiche del problema.
°°°°°°°°°°
Il Governo e le parti sociali mediante il Tavolo di concertazione sulle
tematiche del lavoro minorile simpegnano a raccordarsi con il lavoro svolto,
rispettivamente, dalla Commissione Lavoro previdenza sociale del Senato, dalla Commissione
Lavoro Pubblico e Privato della Camera; nonché, a verificare, periodicamente,
lapplicazione dei contenuti e gli esiti operativi della Carta dimpegni per
promuovere i diritti dellinfanzia e delladolescenza ed eliminare lo
sfruttamento del lavoro minorile, arricchendola con ulteriori elaborazioni e proposte.
Il Tavolo di concertazione tra il Governo e le parti sociali si
impegna, in considerazione dellinteresse superiore dellinfanzia a realizzare
tavoli di concertazione a livello locale per debellare ogni forma di sfruttamento della
mano dopera minorile.
VISTO E SOTTOSCRITTO:
Ministro per la Solidarietà Sociale
Ministro per le Pari Opportunità
Ministero della Pubblica Istruzione
Ministero del Commercio con lEstero
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Ministero dellInterno
Ministero per gli Affari Esteri
Ministero dellIndustria, Commercio e Artigianato
CGIL CISL UIL
ISTAT
OIL
UNICEF
CONFINDUSTRIA
CNA
CONFCOMMERCIO
CONFARTIGIANATO
CONFAGRICOLTURA
CONFAPI
CLAAI |