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Comunicati sindacali e di
o.n.g. sul conflitto del Kosovo
documenti sino al 31-3-99
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AGGIORNATE SULLA EVOLUZIONE DEL CONFLITTO NEL
KOSOVO
VEDI I SITI CORRELATI A
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www.disasterrelief.org
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ACCEDERE AI DOCUMENTI SUL CONFLITTO NEL KOSOVO
ESPRESSI DAL MOVIMENTO SINDACALE EUROPEO VISITA
IL SITO DELLA CONFEDERAZIONE EUROPEA DEI
SINDACATI (CES)
http://www.etuc.org/kosovo/default.cfm
ultimo aggiornamento 04/05/99 17:12:30
servizio
documentazione sui comunicati dei sindacati
italiani ed europei
Disclaimer
[I
giudizi espressi. gli orientamenti presenti nei
documenti sono di esclusiva responsabilità dei
firmatari.]
Documenti sino al 1-4-99
Richiesta della
CES al Consiglio Europeo
Un incontro
d'emergenza specifico sul Kosovo tenutosi
a Bruxelles l'8 aprile, con la
partecipazione di un consistente numero
di organizzazioni sindacali europee
affiliate, ha confermato la posizione
della CES, che affermava che l'intervento
militare si è reso inevitabile alla luce
delle repressioni del regime di Belgrado
contro il popolo del Kosovo, degenerate
in una strategia di pulizia etnica.
La CES resta convinta comunque che
debbano essere effettuati tutti i passi
possibili e debbano essere ricercate
tutte le opportunità per riaprire i
negoziati nella prospettiva di una
soluzione politica del conflitto.
A questo proposito la CES ritiene che
l'Unione Europea abbia l'obbligo morale e
politico di condurre tale processo.
La prima condizione per una soluzione
politica deve essere offerta dalle
autorità della Repubblica Federale della
Jugoslavia. Le forze militari,
paramilitari e di polizia debbono essere
ritirate dalla provincia del Kosovo e
devono essere sostituite da una forza
internazionale di pace che includa la
Russia. Questa è l'unica via che
garantisce un ritorno sicuro dei
rifugiati e dei deportati. Nell'ottica di
un tale accordo, l'intervento della NATO
deve essere immediatamente sospeso.
Non è ancora troppo tardi per trovare
una soluzione che salvaguardi le
frontiere esistenti nella regione e ponga
le condizioni per lo sviluppo
democratico, fattore indispensabile per
permettere alle popolazioni della
Repubblica Federale di Jugoslavia di
superare la dittatura e la repressione e
vivere insieme. Sottolineiamo il diritto
del popolo del Kossovo al rispetto della
propria identità ed
all'autodeterminazione.
Un'altra vittima del regime di Belgrado
è il popolo serbo, manipolato e
intossicato dalla macchina politica e
propagandistica del regime. La CES
esprime solidarietà alle vittime civili
in Serbia.
Richiamiamo l'attenzione del Consiglio
Europeo sul fatto che a tutt'oggi l'unica
prospettiva democratica per la Repubblica
Federale Jugoslava è in costruzione
nella Repubblica del Montenegro. Dovrebbe
essere prioritario sostenere i
democratici del Montenegro. La situazione
attuale è estremamente pericolosa e
minaccia la stabilità del paese, poiché
il Montenegro sta accogliendo i rifugiati
e gli sfollati senza un adeguato aiuto
internazionale. Sollecitiamo l'Unione
Europea a intraprendere un consistente
impegno per porre rimedio a questa
pericolosa situazione.
La CES riconosce i grandi sforzi
dell'Unione Europa, degli stati membri e
di quelli candidati, nell'organizzare
aiuti umanitari a sostegno della
Macedonia e dell'Albania, paesi che si
trovano in una situazione economica e
politica estremamente difficile.
Consideriamo importantissimo sostenere
con maggior decisione rispetto al passato
la costruzione della società civile e
gli impegni straordinari per garantire
mezzi di comunicazione indipendenti. E'
un fatto inconfutabile che la mancanza
d'informazione e l'accesso ad essa sono
le principali cause della crisi attuale.
L'unica via che porta ad una pace stabile
è la costruzione di una società civile
democratica, nella quale operino
sindacati indipendenti e democratici.
I sindacati europei affiliati stanno
organizzando una grande quantità di
attività umanitarie a livello nazionale.
La CES lancia un appello a tutti i
lavoratori a contribuire a queste
iniziative. La CES si occuperà dei
sindacalisti kosovari e delle loro
famiglie ed è pronta ad aiutarli a
ricostruire le loro organizzazioni.
La CES continuerà a mantenere aperti
tutti i canali del dialogo con le
organizzazioni sindacali democratiche
della Repubblica Federale di Jugoslavia,
della Serbia e del Montenegro, come
contributo per il ripristino delle
condizioni di pace e tolleranza.
L'Unione Europea deve evolvere in una
reale Unione politica, che parli con una
voce sola e che costruisca le condizioni
per un'Europa pacifica e democratica in
cui il totalitarismo, il genocidio e la
pulizia etnica siano bandite e siano
garantiti i diritti umani e sociali, lo
sviluppo economico e la giustizia
sociale.
Infine la CES ritiene che l'Unione
Europea debba trarre insegnamento
dall'attuale crisi sulla necessità di
sviluppare istituzioni e politiche, che
le consentano di parlare con una voce
sola e di agire efficacemente per
assicurare pace, stabilità politica e
democrazia nel nostro continente.
L'Unione Europea deve inoltre prevedere
la realizzazione di una partnership
politica, economica e sociale con i paesi
della regione.
Emilio Gabaglio
Segretario Generale CES
http://www.etuc.org/kosovo/default.cfm
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Comitato
Direttivo Cgil nazionale
Bari, 7-8 aprile 1999
O.d.g. presentato dalla maggioranza della
Segreteria
Approvato con 89 voti a favore
La Grande manifestazione di ieri,
rappresenta lo stato danimo e
limpegno per la pace di milioni di
lavoratori, pensionati e pensionate
italiani. Il dramma e le persecuzioni del
popolo Kossovaro, lesodo biblico al
quale è costretto feriscono le coscienze
di ogni democratico e richiedono
innanzitutto che ogni iniziativa
umanitaria si dispieghi con il massimo di
efficacia e tempestività.
In questo senso il Comitato Direttivo
della CGIL impegna tutta
lorganizzazione in uno sforzo
eccezionale di mobilitazione e
solidarietà; chiama le lavoratrici e i
lavoratori a sottoscrivere unora di
lavoro; chiede al Governo italiano di
intensificare ulteriormente la propria
autonoma iniziativa umanitaria, ferma
restando la necessità che lEuropa
Comunitaria assuma collegialmente la
responsabilità anche economica degli
aiuti.
Le parole dordine della
manifestazione di Bari rappresentano bene
non solo il sentimento diffuso fra le
persone che rappresentiamo ma
lessenza della posizione del
sindacato e il discrimine della propria
iniziativa.
Questo, soprattutto oggi, in presenza
della decisione annunciata laltro
ieri dal governo della Federazione
Iugoslava.
Essa, infatti, pur inadeguata perché
priva delle necessarie conseguenze dal
punto di vista del pieno ripristino dei
diritti delle persone che non può
non passare allavvio del ritiro
delle truppe speciali e del rientro
volontario dei profughi, garantito da
forze di garanzia composte da vari paesi
non può comunque lasciato cadere.
Ogni spiraglio va verificato ed ogni
azione diplomatica deve dispiegarsi
affinché quello spiraglio si allarghi e
si addivenga alla pace, a fronte di una
guerra che si dimostra inefficace per
garantire i diritti delle persone
coinvolte.
La NATO, ritrovando collegialità e
democrazia nella costruzione delle
decisioni, non deve sottovalutare o
liquidare quello spiraglio ma dispiegare
immediatamente una nuova iniziativa
politica alla quale far corrispondere la
cessazione dei bombardamenti, Questo è
quanto il Governo italiano deve chiedere
agli alleati.
La CGIL è impegnata, infine, a
proseguire la riflessione iniziata nel
Comitato Direttivo dalla relazione di
Guglielmo Epifani sulle ragioni
storico-politiche del dramma attuale del
Kossovo e più in generale sulla crisi
che da anni travaglia i Balcani, a
partire dalle decisioni assunte con
scarsa meditazione nel 1991 da parte di
alcuni stati circa il destino dei popoli
e degli stati di quellarea, nonché
sulla necessità che si addivenga ad una
conferenza internazionale sui Balcani che
ridetermini condizioni di stabilità, di
convivenza inter etnica e di partenariato
con lUnione Europea.
Allo stesso modo la CGIL intende
impegnarsi affinché:
lUnione Europea assuma finalmente
una dimensione politica in grado di
determinare un proprio protagonismo anche
in vicende così drammatiche e complesse
come quelle di questo periodo;
le Nazioni Unite si riformino
profondamente partendo dal
superamento del diritto di veto al
fine di creare le condizioni per una
istituzione mondiale in grado di
governare tutti i conflitti fra i popoli
e stati;
la Comunità Mondiale si doti di regole
certe, individui le modalità e le forme
che consentano luso di tutti gli
strumenti di deterrenza e di intervento
nei casi di violazione di diritti umani
fondamentali.
Il Comitato Direttivo della CGIL impegna
la Segreteria a seguire costantemente gli
sviluppi della situazione concordando con
CISL e UIL valutazioni e iniziative che
si rendano necessarie. Analogo impegno
deve essere profuso dallinsieme
delle strutture della Confederazione.
Allo Stesso modo CGIL CISL UIL debbono
intensificare liniziativa di
coinvolgimento degli organismi sindacali
internazionali, affinché, anche a quel
livello, si sviluppi un massimo di
pressione politica per la pace.
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ASSISTENZA
PROFUGHI
EMERGENZA KOSSOVO
Comunicato stampa
CGIL CISL UIL
PROGETTO SVILUPPO ISCOS PROGETTO SUD
CGIL CISL UIL, attraverso i tre istituti
Sindacali, Progetto Sviluppo, Iscos,
Progetto Sud, hanno attivato una raccolta
di aiuti umanitari con il coinvolgimento
e la partecipazione delle sedi sindacali,
dei lavoratori e lavoratrici, su tutto il
territorio nazionale, per manifestare la
solidarietà e limpegno del
sindacato italiano nellassistenza
alla popolazione kossovara, rifugiata in
Albania e Macedonia.
Per il momento, il materiale raccolto
sarà destinato a quattro campi di
raccolta profughi kosovari in Albania:
1) Campo di raccolta di Diviac
(Prefettura di Lushnje)
2) Campo di raccolta di Elbasan
(Prefettura di Elbasan)
3) Campo di raccolta di Scutari
(Prefettura di Scutari)
4) Campo di raccolta di Lezha (Prefettura
di Lezha) in collegamento con Intersos
Appena ci saranno le condizioni,
cercheremo di raggiungere la Macedonia ed
il Montenegro, per organizzare assistenza
in questi altri paesi della regione.
Abbiamo elaborato una lista dettagliata
con i bisogni essenziali per ogni Campo
Profughi, sulla base delle indicazioni
ricevute
Per il giorno 9 aprile, è prevista, con
partenza da Bari, la prima spedizione con
un nostro convoglio di materiali di prima
necessità destinati al campo di Diviac,
utilizzando il ponte marittimo
dellOperazione Arcobaleno.
Le operazioni di consegna e di
distribuzione saranno gestite
direttamente dalle autorità locali
albanesi, in collaborazione con il nostro
personale già presente in Albania.
Stiamo già organizzando altre
spedizioni, contando con una grande
disponibilità organizzativa delle sedi
sindacali e con la solidarietà di
lavoratori e lavoratrici, aziende ed enti
locali.
Nei prossimi giorni contiamo di poter
trasmettere informazioni precise relative
ai bisogni specifici di ognuno dei campi
di raccolta individuati, per realizzare
interventi di assistenza integrati e
multisettoriali, anche per un possibile
impiego di volontari, oltreché alla
fornitura di generi di prima necessità.
Per informazioni preghiamo di rivolgersi
alle sedi sindacali locali di CGIL CISL
UIL o al Coordinamento Nazionale
istituito presso Progetto Sviluppo (tel.
06-8411741).
Roma, 7 aprile 1999
Giacomo Barbieri Luigi Cal Carmelo
Cedrone
CGIL CISL UIL
Andrea Amaro Gianni Italia Bruno Bruni
Progetto Sviluppo Iscos Progetto Sud
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COMUNICATO
In occasione della visita di Peter Saideneck,
consigliere speciale del segretario generale
della Confederazione Europea dei Sindacati Emilio
Gabaglio, allUnione dei sindacati
indipendenti del Montenegro è stata concordata
una comunicazione comune:
CHE FINISCA LA GUERRA
LUnione dei sindacati indipendenti del
Montenegro e la Confederazione Europea dei
Sindacati hanno constatato che lattuale
sviluppo della democrazia in Montenegro aveva
raggiunto dei notevoli risultati, i quali ora,
per la situazione di guerra, sono messi in grave
pericolo.
Siamo profondamente convinti che lunica via
duscita dallattuale crisi sial lo
sviluppo democratico e il rispetto dei diritti
umani.
I problemi del Kosovo irrisolti negli ultimi anni
sono sfociati nellattuale tragica
situazione e nella catastrofe umanitaria che
mette a rischio tutta la regione - Montenegro,
Macedonia e Albania. Ciò dimostra che la pace è
la condizione indispensabile per la vita e il
lavoro, per lo sviluppo della democrazia, nonché
che la democrazia è la condizione per una pace
stabile in questi territori.
Con questo comunicato perciò chiediamo che venga
fermata immediatamente la guerra e che si
raccolgano tutte le forze politiche per
contribuire alla ricostituire una pace stabile.
Tutta la regione è in pericolo, perciò la cosa
più importante è creare le condizioni per le
trattative che permetteranno il rientro dei
profughi nelle loro case. Nel frattempo
lEuropa si deve impegnare di più per
alleggerire il carico che sostengono il
Montenegro, lAlbania e la Macedonia.
Si fa appello alla Comunità Europea ad
organizzare immediatamente gli aiuti umanitari
anche nel Montenegro e di aprire il corridoio per
permettere larrivo degli aiuti. E
necessario laiuto anche per il ricevimento
organizzato dei profughi che sono arrivati in
Montenego.
Si chiede alla Comunità Europea di sostenere con
le sue attività la sopravvivenza delle forze
democratiche in Serbia,
Montenegro e nel Kosovo e di aiutare alla
creazione di condizioni per il rientro dei
profughi nelle loro case.
La CES mobiliterà i propri membri per la
raccolta di aiuti e per la creazione di un fondo
di solidarietà per i profughi e le famiglie che
li ha accolti in Montenegro. Per l8 aprile
la CES convocherà i propri membri per attivare
unazione sindacale di solidarietà e per
fermare la tragedia del Kosovo e per evitare la
catastrofe umanitaria in Montenegro.
La
CES continuerà a sostenere tutte le forze
democratiche della regione.
La CES si impegnerà per una diretta e reale
collaborazione con lUnione dei sindacati
indipendenti del Montenegro, perché il movimento
sindacale del Montenegro ha avuto e continuerà
ad avere un ruolo importante nella
democratizzazione del paese. La CES richiederà
allUnione Europea di dare il suo sostegno
alla società civile del Montenegro e di
permettere al
Montenegro laccesso ai Programmi della
Comunità Europea. Si deve aprire la porta
dellUnione Europea al Montenegro perché il
Montenegro democratico è già
dorientamento europeo.
Podgorica 01 Aprile 1999
Danilo Popovic
Peter Saideneck
KOSOVO:
COFFERATI, PRESTO RIUNIONE SINDACATI EUROPEI
(ANSA) - ROMA, 1 APR - I sindacati italiani hanno
chiesto un
intervento immediato della Confederazione europea
dei sindacati
per favorire una rapida soluzione alla crisi del
Kosovo.
Lo
ha annunciato il leader della Cgil, Sergio
Cofferati, a margine di
un convegno al Cnel. ''Abbiamo chiesto un
intervento alla
Confederazione europea dei sindacati - ha detto -
che, con molta
probabilita', nelle prossime ore convochera' una
riunione
straordinaria, per poi sollecitare i suoi
interlocutori
istituzionali e politici''. Secondo Cofferati,
attualmente, l'
obiettivo e' quello di ''intensificare tutte le
iniziative
diplomatiche perche' si creino piu' rapidamente
possibile le
condizioni perche' cessi il massacro etnico e i
bombardamenti''.
Cofferati afferma che l' intervento dei sindacati
deve essere
rapido perche' ''il tempo che passa gioca
oggettivamente contro
la pace, invece la pace va costruita e il modo
per costruirla e'
una fortissima iniziativa diplomatica che deve
essere dispiegata
a tutto campo e da parte di tutti''.
No comment del leader della Cgil, infine, sulla
possibilita'
di una crisi di Governo: ''Fate una domanda al
soggetto
sbagliato'', risponde ai giornalisti che lo
sollecitano su
possibili riflessi della crisi in Kosovo nella
stabilita' della
maggioranza di Governo. (ANSA).
APPELLO
DI SINDACALISTI
FERMARE
LA GUERRA, ADESSO!
LA GUERRA DELLA NATO CONTRO LA SERBIA CONTINUA
ANZI SI ALLARGA MA LE VIOLENZE CONTRO LA
POPOLAZIONE KOSOVARA NON SEMBRANO DIMINUITE
AFFATTO , SEMMAI PROSEGUONO AL RIPARO DA SGUARDI
INDISCRETI.
Sono passati sei giorni da quando la NATO ha
iniziato le operazioni di guerra contro la
Federazione Yugoslava ed è ormai chiarissimo che
il risultato di questo intervento non è stato
quello di fermare stragi e deportazioni delle
popolazioni civili Kosovare (che anzi,
nell'oscuramento dell'informazione che si
accompagna alla guerra, sono proseguite con
ancora maggiore violenza).
Riteniamo, assieme ad altri e ben più autorevoli
osservatori (fra gli altri Eugenio Scalfari su
Repubblica di domenica), che non fosse questo il
motivo vero che ha determinato la scelta
dell'intervento militare NATO, ma anche chi
credeva che lo scopo di questa guerra fosse
l'aiuto umanitario alla popolazione kosovara per
proteggerla dalla pulizia etnica serba deve
constatare il fallimento totale di questo
obiettivo. L'unico risultato incontestabile
dell'attacco aereo alla Serbia è stato l'aumento
del numero delle vittime.
Oltre ai Kosovari , ai Serbi e alla prospettiva
di una convivenza pacifica fra diversi in questa
parte di Europa, anche da un punto di vista
politico possiamo individuare delle vittime
colpite da questa tragica guerra:
l'autorità dell'ONU come fonte e luogo di
espressione del diritto internazionale,
l'affermarsi della Unione Europea come soggetto
politico autonomo dagli USA, quel che rimaneva
della cultura politica comune della sinistra
europea sul rifiuto della guerra, la tradizione
pacifista senza opportunismi del sindacato
italiano.
Da questo punto di vista forse è vero che le
modernissime armi usate in questa guerra
colpiscono con intelligenza gli obiettivi per cui
sono programmate.
La confusione sotto il cielo è davvero grande e
nella complicata situazione originatasi dalla
dissoluzione della ex Yugoslavia è difficile per
tutti orientarsi fra i torti e le ragioni dei
diversi protagonisti. Uno spazio di discussione e
di riflessione collettiva nel sindacato e fra i
lavoratori sui perchè e sulle conseguenze
possibili di quanto sta accadendo in questi
giorni è necessario e si dovrà fare con
lucidità e serenità nei prossimi giorni, ma
adesso, oggi, subito, prima di tutto occorre
fermare questa guerra prima che sia troppo tardi,
prima che sia inutile qualunque discussione.
Sentiamo il bisogno oltre che il dovere morale di
promuovere il massimo di iniziativa possibile
affinchè si fermi la pulizia etnica e la strage
di civili in Kosovo cessino i bombardamenti NATO
sulla Serbia, e si riaprano le vie del negoziato
politico, un negoziato che, abbandonando la
strada senza sbocco degli ultimatum imposti dalla
NATO, deve essere rimesso sotto l'egida delle
Nazioni Unite.
Per questo, condividendo pienamente il testo di
convocazione, aderiamo alla manifestazione di
sabato 3 aprile a Roma, promossa da Arci, Acli,
Assopace, Coordinamento enti locali per la pace,
Legambiente, Unione degli studenti, Pax Christi e
altre associazioni.
per questo invitiamo i lavoratori e i cittadini
bolognesi a partecipare in massa giovedì
1 aprile alla manifestazione per la pace promossa
da CGIL CISL UIL di Bologna e a venire
numerosi anche sabato 3 aprile a Roma
Stefano Maruca, Cesare Melloni (Segr. CdLM
Bologna);Edgarda Degli Esposti (Resp. Centro
Diritti CGIL BO); Gianguido Naldi (Segr.Gen. FIOM
BO); Sabina Petrucci (Segr.FIOM BO); Danilo
Gruppi (Segr.Gen.SLC BO);Andrea Caselli (Segr.
SLC BO); Alessandro Battilana (Segr.Gen. SNUR
BO); Carlo Lari (SNUR BO);Adele Ventura,Alda
Germani, Rosalia Amato (Segr. FP BO);Rosanna DI
Mauro,Gladys Ghini, (C.D.FP BO); Claudio Conconi
(Segr. FISAC BO); Katia Bencivenni (Dir. INCA
BO); Alberto Caracciolo, Porpora Marcasciano
(CdLM BO); Antonio Morcavallo (C.D. FILT BO)
COMUNICATO
STAMPA DEI TRE ESECUTIVI CGIL CISL UIL NAZIONALI
I tre Esecutivi nazionali CGIL CISL UIL, riuniti
per discutere e fare il punto circa
laggravarsi della situazione nei Balcani,
con lintensificarsi delle azioni militari
della NATO e la messa in atto di un vero e
proprio genocidio nei confronti delle popolazioni
albanesi del Kosovo, condividono le valutazioni e
le proposte illustrate dalla relazione di Sergio
DAntoni.
I tre Esecutivi, di fronte allaggravarsi
della spirale guerra-repressione etnica,
confermano che solo la strada del negoziato e la
via della pace può interrompere il precipitare
ulteriore della situazione, e simpegnano a
sostenere tutti gli sforzi politici e diplomatici
volti a questo obiettivo, nella piena
consapevolezza del ruolo e responsabilità del
movimento sindacale italiano.
I tre esecutivi, in coerenza con le valutazioni e
i giudizi del documento unitario delle tre
segreterie decidono:
1. Di promuovere per il giorno 7 aprile
p.v. a Bari una manifestazione nazionale che
rappresenti i sentimenti e gli impegni di pace
del mondo del lavoro italiano;
2. Di sostenere una sottoscrizione nazionale in
favore delle popolazioni colpite dagli esodi
forzati e dei profughi, sollecitando insieme una
comune assunzione di responsabilità da parte del
Governo Italiano, dellUnione Europea e
delle organizzazioni umanitarie internazionali;
3. Di tenere la Festa nazionale del 1 Maggio
nella città di Ancona, simbolo di una idea del
Mare Adriatico come ponte di pace e di dialogo
tra popoli e culture diverse.
Roma, 31 marzo 1999
COMUNICATO
STAMPA GAVCI - BOLOGNA 31.3.1999 (ONG)
GUERRA IN KOSOVO
ILLEGALE, IMMORALE, INSIPIENTE !
Giustamente il Papa ribadisce che "la guerra
e` il metodo piu` barbaro e inefficace per
risolvere i conflitti". L'ha detto in
passato per la guerra in
Iraq; lo riafferma oggi per la guerra in Kosovo e
dappertutto. Cio` vale per laNATO e per
Milosevic.
Una conferma? In Bosnia l'intervento NATO si
riteneva avesse portato la pace; in realta` e`
stata solo una tregua di riarmo generale e ora la
guerra e` sul punto di riesplodere.
In Kosovo, la nonviolenza praticata da Ibrahim
Rugova in modo un po' troppo
passivo e` stata ritenuta, dopo una decina
d'anni, inefficace e si e`
incoraggiata la lotta armata dell'UCK. Con quale
risultato? Quand'anche tale
lotta armata dovesse avere successo, gli albanesi
kosovari saranno pressoche' spariti.
L'INTERVENTO NATO E' TOTALMENTE
ILLEGALE, IMMORALE, INSIPIENTE !
ILLEGALE, perche' volutamente estraneo all'ONU e,
per l'Italia, contrario
all'art. 11 della Costituzione.
IMMORALE, perche', oltre a procurare danni enormi
ai civili, usa anche materiale radioattivo, il
cosiddetto <uranio impoverito>, che oramai
da 14 anni fa parte dell'armamento normale
dell'esercito americano, gia` sperimentato
altrove, specie in Iraq. Cosi` e` superato ogni
limite pur minimo di moralita`-razionalita` e il
mondo e` entrato nell'orizzonte di una follia
collettiva criminale.
INSIPIENTE, perche' bastava poco alla comunita`
internazionale, soprattutto
all'ONU, incoraggiare Rugova a una lotta
nonviolenta piu` attiva, sostenuta da
unintervento adeguato di vera polizia
internazionale, con caschi blu e caschi bianchi.
Se l'ONU non funziona e` perche' i vari
governanti non vogliono che funzioni. Tutti sanno
che per garantire la pace mondiale occorre
riformare l'ONU nel senso di democratizzarla e
rafforzarla. Manca nei politici, ma anche
nell'opinione pubblica una vera cultura di pace.
Si continua a porre fiducia nei metodi
fallimentari di Hitler, anziche' nei metodi umani
ed efficaci di Gandhi.
Prepariamoci al 2.000 con una svolta culturale,
come suggerito dai 20 PREMI NOBEL PER LA PACE:
2.000 = ANNO DELLA PACE !
2.000-2.010 = DECENNIO DI EDUCAZIONE DEI POPOLI
ALLA
NONVIOLENZA.
p. Angelo Cavagna
presidente del GAVCI
---
Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia
Sede Centrale: "Villa Tamba" - Via
della Selva Pescarola, 26
40131 Bologna - Telefono e Fax 051/6344671
E-mail: gavci@iperbole.bologna.it
Nuovo sito: http://www.peacelink.it/users/gavci
San Massimiliano Obiettore: http://www.peacelink.it/users/gavci/odc.htm
DICHIARAZIONE
DELLUFFICIO CONFEDERALE DELLA CGT
(Francia)
Ogni ora che passa vede laggravarsi
drammatico delle sofferenze dei popoli del
Kossovo, della Serbia, del Montenegro.
I bombardamenti della NATO distruggono e
colpiscono ivi compreso le popolazioni civili fra
le quali si contano già troppi morti e feriti.
Le condizioni dellintervento militare
accentuano la politica della terra bruciata di
Milosevic nel Kosovo.
Centinaia di migliaia di persone sono gettate
sulla via dellesodo.
La CGT condanna la pratica delle epurazioni
etniche e le esecuzioni dei dirigenti sindacali
nel Kosovo, in particolare del nostro compagno
Agim Hajrizi, presidente dellAssemblea
Sindacale del Kosovo.
Come la CGT aveva dichiarato, lontano
dallindebolire in qualche modo il regime di
Milosevic, la scalata militare aggrava la
situazione dellinsieme dei popoli della
regione.
Essa compromette tutti i processi di sviluppo
democratico. Una fuga in avanti per un intervento
terrestre, renderà la situazione ancor più
pericolosa e drammatica.
Bisogna fermare la guerra in Jugoslavia che
rischia di estendersi nei Balcani. Bisogna
riprendere il cammino dei negoziati per una
soluzione politica e la pace.
La CGT, solidale con i movimenti sindacali, i
lavoratori e le popolazioni di questi paesi
esige:
-che cessino lintervento della NATO, i
bombardamenti, luso delle armi;
-larresto dei massacri e delle epurazioni
etniche;
-lapertura immediata dei negoziati per la
fine dei combattimenti, per il rispetto dei
diritti del popolo
del Kosovo e della regione per determinare le
condizioni di una loro futura vita comune, per
costruire una pace durevole nella quale i diritti
delluomo, i diritti sindacali siano
pienamente
riconosciuti.
In questa situazione estremamente grave,
lUfficio Confederale della CGT fa appello
alle sue organizzazioni, ai suoi militanti, ai
salariati:
-a prendere parte alle manifestazioni locali
organizzate per il 1° aprile 1999
-a moltiplicare le iniziative sui luoghi di
lavoro per fare progredire lesigenza di
pace e
organizzare la solidarietà in cooperazione con
le associazioni umanitarie.
Montreuil 30 marzo 1999
COMUNICATO
STAMPA
SEGRETERIE
CGIL CISL UIL NAZIONALI
Le Segreterie di CGIL - CISL - UIL, a fronte
dell'aggravamento della situazione nei Balcani,
hanno deciso di convocare unitariamente i loro
Esecutivi per il 31 prossimo alle ore 15.00 a
Roma.
Gli Esecutivi dovranno definire le iniziative
atte a sostenere la posizione sindacale assunta
nei giorni scorsi per il sostegno alle azioni
diplomatiche ed al negoziato, in alternativa alla
guerra ed al massacro dei Kossovari.
Agli Esecutivi le Segreterie proporranno
iniziative umanitarie per i profughi e la
realizzazione di una manifestazione nazionale per
mercoledi 7 aprile a Bari.
Si è inoltre deciso di chiedere un incontro
urgente alla Presidenza del Consiglio Italiano e
all'Ambasciatore della Federazione Jugoslava in
Italia per esporre loro le valutazioni del
Sindacato unitario italiano.
Roma, 29 marzo 1999
UNIONE
DEI SINDACATI INDIPENDENTI DEL MONTENEGRO
Podgorica, 26 marzo 1999
La Presidenza del Consiglio dellUnione dei
sindacati indipendenti del Montenegro, nella
seduta tenutasi il 26 marzo 1999 ha approvato il
seguente
Comunicato
destinato ai movimenti sindacali internazionali
Durante gli ultimi dieci anni della nostra
esistenza e del nostro lavoro, la politica
sbagliata del regime ha portato alla
dissoluzione, con la guerra, dellex
Jugoslavia, al collasso economico del paese, alla
povertà degli abitanti e al degrado morale della
società. Quel minimo di speranza risvegliato con
lapertura al mondo e con lo sviluppo dei
processi democratici in Montenegro è nuovamente
svanito. La stessa logica della forza, condotta a
suo tempo dallArmata popolare Jugoslava
nella cosiddetta guerra per la pace,
si sta attuando ora conto il nostro popolo - ora
la Nato fa la sua guerra per la pace
sui territori della Repubblica Federativa di
Jugoslavia.
Come abbiamo fatto prima, sollevando la nostra
voce contro la guerra come metodo di risoluzione
dei problemi politici, così lo ribadiamo anche
ora: la guerra non ha portato niente di buono a
nessuno, le bombe non possono risolvere i
problemi politici. La dimostrazione della forza
con la conseguente sofferenza del popolo crea
soltanto degli effetti controproducenti. Siamo
testimoni del fatto che la politica, colpevole di
tutte le sofferenze provocate, sta nuovamente
rafforzandosi.
La comunità internazionale, invece di sostenere
quelle forze riformatrici e portatrici di
democrazia in questi territori, fa nuovamente
degli errori fatti anche durante il periodo delle
sanzioni - conduce delle azioni che fanno
soffrire il popolo innocente mentre i colpevoli
rimangono non soltanto impuniti ma addirittura
premiati. La guerra sta già provocando mancanze
di viveri, laumento spropositato dei
prezzi, la svalutazione del dinaro, il blocco
della produzione, i lavoratori temono per le loro
vite e per quelle dei loro figli, non soltanto a
causa delle bombe, ma forse ancora di più per la
fame e per gli scontri sempre più imminenti
nelle città. Si offre di nuovo
lopportunità ai prediletti del regime a
realizzare dei profitti spropositati usufruendo
della guerra e passando sopra le spalle dei
lavoratori innocenti. In questo modo si rafforza
anche la base materiale dello stesso regime che
la comunità internazionale con i bombardamenti
vorrebbe, a quanto si dice, cambiare. I
lavoratori diventano di nuovo affamati e
dipendenti dalle briciole che verranno
distribuite da quelli che li hanno portati alla
povertà. Nelle condizioni dello stato di guerra
esiste il pericolo di soffocare anche quel poco
di speranza accesa alla ultime elezioni
democratiche in Montenegro. Il regime attuale in
Jugoslavia usa gli attacchi della Nato per
rafforzare nuovamente le proprie posizioni, per
portare tutto il popolo sotto la stessa bandiera
e così fermare ogni sviluppo di processi
democratici in questi territori. Sta aumentando
di nuovo in Montenegro la paure reale di una
guerra civile.
Noi abbiamo già pubblicamente espresso le nostre
posizioni quanto riguarda la condizione politica
nel pese e la crisi nel Kosovo. Abbiamo richiesto
ai dirigenti della repubblica Federativa di
Jugoslavia di risolvere i problemi in Kosovo in
modo pacifico e con il dialogo politico. Abbiamo
chiesto pubblicamente al presidente della RFJ
Milosevic di firmare laccordo di pace, e ai
dirigenti del Montenegro e a tutte le forze
politiche montenegrine di fare tutto il possibile
per sostenere la pace e lordine nella
nostra repubblica.
Le azioni della Nato, chiaramente, rendono la
realizzazione delle nostre richieste difficile.
Crediamo che terrete conto di queste nostre
posizioni e vi invitiamo a contribuire con le
vostre attività antebelliche a fermare le
sofferenze del popolo innocente, dei bambini,
delle donne e dei civili. La forza e
lefficienza dei missili e delle armi della
Nato e dellArmata Jugoslava non devono
essere misurate su della gente comune
montenegrina, serba, albanese o di qualsiasi
popolo della terra.
Podgorica, 26 marzo 1999
Il Presidente dellUnione
Danilo
Popovic
COMUNICATO CGIL Emilia
Romagna SULLA SITUAZIONE NEI BALCANI
Promuovere nei territori iniziative per
fermare i bombardamenti e riaprire il negoziato
Lintransigenza
e lirresponsabilità di Milosevic hanno
fatto naufragare la possibilità di un accordo
giusto che avrebbe garantito la pace e il
ripristino di condizioni di convivenza civile e
soprattutto ridato speranze al popolo albanese
colpito da annose persecuzioni.
Il protrarsi dellattacco militare della
NATO alla Serbia sta producendo vittime tra la
popolazione civile, ulteriori ondate di profughi
dalle zone di guerra, un pauroso rigurgito di
nazionalismo in Serbia e imprevedibili rischi di
allargamento della guerra. Mentre una ondata di
fatalismo sembra aver colto coloro, a partire dai
capi di stato europei riuniti a
Berlino, che possono fare qualcosa per riaprire
il negoziato.
Il ricorso alle armi si rivela ancora una volta
una modalità non risolutiva dei conflitti e
delle tensioni etniche.
La CGIL E/R rivolge un appello al Segretario
Generale delle Nazioni Unite, ai Governi Europei
e in particolare al Governo italiano, che nelle
scorse settimane ha dato un contributo decisivo
alla continuazione dei negoziati di Ramboullet
quando questi sembravano totalmente falliti, ad
esercitare la pressione necessaria per fermare
immediatamente i bombardamenti e riaprire in sede
ONU la discussione sulla situazione nei Balcani.
In ogni caso deve cessare ogni forma di pulizia
etnica nei confronti degli albanesi del Kosovo.
La comunità internazionale deve inoltre
riorganizzare gli aiuti umanitari alle
popolazioni colpite anche per evitare che i
profughi siano in totale balia delle
organizzazioni malavitose per entrare
clandestinamente in altri paesi.
La CGIL E/R invita le proprie strutture ad indire
adeguate iniziative nei territori coinvolgendo
tutti i soggetti istituzionali, politici e
sociali per sostenere la presente posizione.
SEGRETERIA CGIL REGIONALE EMILIA ROMAGNA
Bologna, 25 marzo 1999
KOSOVO : Comunicato
CGIL CISL UIL nazionali
Il ricorso alle armi
non è mai una modalità risolutrice dei
conflitti e delle tensioni etniche, in questo
caso ha rappresentato una contingente necessità,
soprattutto a difesa e protezione dei profughi e
degli sfollati del Kosovo, per i quali nella
Comunità internazionale cresce, in queste ore,
la preoccupazione di ulteriori rappresaglie.
Lintransigenza e lirresponsabilità
di Milosevic hanno fatto naufragare la
possibilità di un accordo giusto che avrebbe
garantito la pace ed il ripristino di condizioni
di convivenza civile e, soprattutto, avrebbe
ridato speranza al popolo albanese colpito da
anni da dolorosissime persecuzioni.
Milosevic si è assunto ora una responsabilità
enorme di fronte al mondo intero ed anche verso
le popolazioni della Federazione jugoslava.
Il movimento sindacale chiede che cessi
luso delle armi e che la diplomazia
riprenda immediatamente a tessere la trama del
negoziato. Ora i governi di tutta lEuropa
devono rilanciare uniniziativa di pace;
contemporaneamente è necessario un intervento
del Segretario Generale dellONU e che il
Governo italiano continui ad adoperarsi per
promuovere e garantire ogni possibile iniziativa
umanitaria.
.
Roma, 24 marzo 1999 ore 21,30
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